martedì 15 luglio 2008

Cap.2 Vedere ciò che si ha sotto gli occhi

Perché fino ad oggi nessuno si è accorto che esiste uno schema nei Tarocchi?

Parlare di Tarocchi oggi, conduce inevitabilmente il pensiero all’esoterico, alla cartomanzia fatta in molte TV private; o molto spesso entrambe le cose.

I Tarocchi hanno una storia e una loro genesi che per troppo tempo si è evitato di approfondire; un po’ perché gli studiosi seri, per i motivi detti prima evitano; spaventati dalla possibile compromissione della loro credibilità, un po’ perché gli studiosi appassionati, presi più dalla passione che dalla ricerca, non vogliono vedere.
È sempre stato più facile costruire un "mito" che ricostruire la storia.

Preconcetti
Noi tutti, siamo convinti di vedere con gli occhi, ma la realtà delle cose è che vediamo con la mente. E' la mente che traduce le informazioni percettive dell’occhio in immagini.
Queste immagini sono codificate dalla nostra
coscienza collettiva (vedi Jung), tanto che, se avessimo sotto gli occhi un oggetto non appartenente a questo mondo e soprattutto, che nessuno di questo mondo ha mai visto, non lo vedremmo.
Per esempio: prima dell'
incidente di Roswell quasi nessuno vedeva gli Ufo. Un’altro esempio che si addice meglio alla tesi che voglio sostenere, è l’eclatante fenomeno riportato nelle cronache dell’arrivo di Colombo in America.
Per gli indigeni, che non avevano mai visto una nave, quello che le loro menti tradusse in immagine, fu:
uomini a cavallo di onde.
“Non riuscivano a vedere le caravelle”
e questo li porto a fare un gravissimo errore d’interpretazione, credere che Colombo e il suo equipaggio fossero “Dei”. Le conseguenze di questo errore visivo furono enormi come tutti sappiamo.

L’esempio può calzare anche alla storia dei Tarocchi.
Da quando
Court de Gebelin nel 1781 scrisse il famoso articolo su “Le monde Primitif, in cui sosteneva che i Tarocchi erano il mitico libro egizio del Dio "Thot", nessuno, compreso Gebelin, vide più la caravella ma solo il suo equipaggio, producendo un errore d’interpretazione che è durato fino ai nostri giorni.

Lo Schema
Lo schema nei Tarocchi marsigliesi c’è ed è ben visibile: Matto e Bagatto, poi due quartine, Ruota, poi tre terzine, il Giudizio o Risveglio e Mondo. (vedi Lo schema)

Questo schema si vede molto bene nelle terzine, dove oltre ai tre astri Stella, Luna, Sole indiscutibilmente consecutivi, nella prima fila verticale abbiamo tre donne che compiono un gesto con le mani richiamando l'immagine di un movimento consequenziale.

[Photo]Notate anche la somiglianza dell’abito tra la Forza e la Temperanza, e le coppe tenute in mano dalla Temperanza e la Stella.
In Tarocchi più antichi la donna nella carta della Stella è vestita con un abito simile alle altre due carte.

Nella seconda fila verticale
(*vedi Lo schema) si noti la continuità del tema di una forza oscura.
Nella terza fila sempre verticale, Morte e Torre sembrano richiamare lo stesso tema funesto, sciolto solo alla fine, dalla luce del Sole. Terminando con la carta del Giudizio che in alcuni mazzi è chiamato Risveglio e il Mondo.


Risveglio

Come Colombo e il suo equipaggio non erano Dei, così la scoperta dello schema ci toglie il velo (scoprire = togliere ciò che copre) e fa vedere i Tarocchi non più come “l’arcano misterioso”, con cui l’esoterista compie strani rituali e la cartomante predice il futuro, ma piuttosto un grande libro sull’evoluzione del pensiero.

Lo schema rivela la capacità dell’ideatore, di analisi formativa del pensiero o
Logos, il quale pone l'uomo in relazione alla verità e alla totalità del proprio mondo.

Tralasciando la prima parte dello schema che analizzeremo più avanti, vi voglio portare nella parte più visibile, quella delle terzine.

[Photo]
Leggendo orizzontalmente:
nella Forza individuiamo il classico pensiero "Ateo" che si pone di fronte al creato come un essere lasciato solo a lottare contro le “Forze” della natura (Leone) da domare e soggiogare.
Quando queste forze sono superiori alle proprie, l’uomo è costretto alla sottomissione, a un periodo di fermo forzato come avviene nell’appeso.
Infine, l’ineluttabile evento chiamato Morte, "per questa visione atea", la malvagità della natura si esprime con tutta la sua “Forza”.

Le terzine rappresentano una scala crescente del pensiero, ma “non esclusiva”; voglio dire: quando un pensiero si evolve non deve tagliare quelle parti che l’hanno fatto evolvere.


Proprio come un albero non fa distinzione fra radici, fusto e chioma perché è un tutt'uno, così noi non dobbiamo creare una scala di valori che separi e dia più o meno importanza a un’idea piuttosto che a un’altra. Hanno
uguale valore, e sono il corpo e gli strumenti d’indagine logica che l’uomo spontaneamente ha creato nel percorso della propria crescita a contatto con il mondo materiale.

Mentre questi pensieri nascevano spontanei e inconsci, la coscienza faceva il suo cammino evolutivo.

L’uomo ancora involuto non poté accorgersi dell’unicità che costituivano e li separò, creando infelicità e disarmonia per millenni.


Ateo, Religioso e Scientifico non sono “Caste” ma l’evoluzione di
“un”, e ripeto “un” pensiero, che diventando sempre più cosciente e integrato, porta l’uomo a realizzare s’è stesso.

Di fatti solo dopo essere arrivati alla carta del Giudizio (che appunto potrebbe anche voler dire buon senso) e al Mondo carta in cui è rappresentata
Sophia la conoscenza e l’integrazione del tutto, l’uomo si accorge dell’unicità della “Grande Opera Creatrice”; giungendo finalmente a una visione d’insieme e d’integrazione.

Questi tre pensieri nella realtà sono uno.


Il primo prodotto dal senso di separazione, porta a vedere dentro di se (ricerca introspettiva) separandosi da tutto il resto.


Il secondo, prodotto dalla percezione di una forza
emanatrice che non si vede, porta a osservare l’otre (fede religiosa).

Il terzo, prodotto dalla volontà di essere l’artefice del proprio destino, a osservare e catalogare con metodo il mondo e l’universo conosciuto e percepibile (pensiero scientifico).


Ora avrete già capito che la seconda terzina rappresenta il pensiero religioso, ben visibile anche graficamente e nella terza il pensiero scientifico.


Ricordo che la scienza affonda le proprie radici nell’alchimia e nello studio degli astri.
Nel mazzo di Tarocchi detti di “Carlo VI “ e in quelli di “Ercole d’Este 1460-80” sono appunto raffigurati nella Stella e nella Luna degli studiosi che osservano il cielo.

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